LA CHIAMANO FESTA DELLA LIBERAZIONE


 Antonio Dovico – Venne istituita “per non dimenticare”. Ma che cosa ? Gli orrori del fascismo. E’ storia: ci sono stati gli orrori, ma ci sono anche le attenuanti. Gli orrori ci sono stati sicuramente anche dall’altra parte, oppure no? Per non dimenticare, il 28 aprile, giusto tre giorni dopo  la “Festa” della liberazione, si fece la festa, e che festa! a Mussolini e ai suoi seguaci. Questa festa sanciva la fine definitiva del regime mussoliniano. Da non dimenticare che il Duce era già stato azzoppato in Parlamento, il 25 luglio 1943  dalla mozione di sfiducia di Dino Grandi; non poteva nuocere più di tanto.  
 
La modalità ultra barbara della sua uccisione, è anch’essa un orrore impressionante che non può essere dimenticato; neppure esso. In entrambe le situazioni, più che le fazioni politiche, è implicata l’umanità, nella sua interezza. Gli orrori suscitano odio, oltre che in chi li subisce, anche nella parte che simpatizza per le vittime. Ed ecco che l’albero dell’odio spande per l’aria il proprio polline, e il frutto diventa sempre più abbondante. L’odio è esplosivo come la polvere da sparo. Basta una scintilla, ed esplode la polveriera. In Italia la situazione politico/sociale/economica, diventa di giorno in giorno sempre più seria, e la scintilla potrebbe scoccare quando meno ce l’aspettiamo. Vogliamo deporre la stupidaggine che ci fa chiamare “fascista”, cose fatti e persone, che con il fascismo, e con la politica in genere, non hanno proprio niente a che fare? Salvini è fascista, quindi da demonizzare? No, Salvini non sarebbe niente e nessuno, se la gente non lo acclamasse e reclamasse. Questo perché succede? Per la preoccupante situazione che vede l’Italia democratica allontanarsi sempre più dalle nazioni del resto d’Europa, meglio governate. Non si può governare bene uno Stato, se gli attori agiscono tenendo d’occhio il consenso dell’elettorato, piuttosto che il benessere multiforme della Nazione. Salvini sarà un dittatore? Sembra che ne abbia la stoffa, ma non ne abbiamo la prova provata. Fino a prova contraria, secondo la Costituzione Italiana, il popolo è sovrano ed è la sua maggioranza a stabilire chi deve governare. La scelta che ne risulterà non è gradita alla maggioranza? Può succedere, ma c’è un’alternativa alla modalità in uso, dal postfascismo ad ora? C’è, ma guai a proporla. Il proponente sarebbe tacciato di fascismo, e lapidato in pubblica piazza. Il  fanatico politico è lucido quando vota?E il deficiente manifesto?
 
Considerato che nell’italiano medio il senso della Stato è latitante, mentre è presente in tutto il suo agire – sia  nel pubblico  che nel privato –,  il senso egoistico che  lo porta a strafottersene della Cosa pubblica, e vota per chi lo alletta con promesse manifestamente vane, che tipo di valore può avere un simile voto? Non sarebbe giusta una selezione dei votanti? Il voto di una persona onesta che desidera uno Stato retto ed efficiente, vale quanto quello di uno speculatore senza scrupoli, abituato a corrompere chiunque, pur di arrivare ai propri scopi? E la persona disinteressata a conoscere la competenza politico-amministrativa di un candidato, è idonea quanto lo è la persona scrupolosamente informata di meriti e demeriti del candidato che intende eleggere? La democrazia alla quale siamo abituati dalla sua nascita, garantisce i requisiti indispensabili per una buona e corretta amministrazione della Cosa pubblica, sia nelle piccole che  grandi sedi decisionali? A me sembra di no, e la disastrosa condizione delle finanze pubbliche nazionali, in parte anche regionali e municipali, delle strade di comunicazione in certe parti del Sud soprattutto, degli ospedali ancora nel sud,  non sono proprio invidiabili. Quando il popolo si stanca della Democrazia, e si getta nelle braccia di un possibile dittatore, ce la possiamo pigliare con  chi viene scelto Democraticamente da una maggioranza? C’è poco da ridere o da piangere. Le cose stanno proprio così. Stiamo buoni e quieti, e se la gente crede in Salvini sia libera  di votarlo. Grazie. 
NOTA DEL REDATTORE – L’Anpi ogni volta si prende, in qualsivoglia occasione, tutti i meriti della resistenza, ma non i demeriti dei gravi danni che ha prodotto ad inermi cittadini con le rappresaglie dei tedeschi (eccidi veri e propri) in seguito ad attentati inutili, sia militarmente, che per “esigenze” di strategie spesso non necessarie. La Resistenza in Italia del Nord nacque quando già tutti sapevano che con lo sbarco degli angloamericani a Gela del 1943, favorito dalla mafia italo-americana e siciliana (sono stati scritti decine di libri di noti storici in proposito) e la liberazione della Sicilia in soli 39 giorni, i tedeschi iniziarono a scappare dal nostro Paese verso la Germania. La Resistenza doveva favorire sì la loro fuga ma ci furono esagerazioni volute (descritte in vari libri dal grande scrittore Pansa) per ragioni di vendetta, e soprattutto politiche da parte  di brigate di estrema sinistra che miravano ad instaurare in Italia un comunismo di tipo sovietico allora esistente…Ma non andò così perchè furono gli angloamericani che ci liberarono, partendo dall’estremo Sud (Sicilia) e si allearono col nostro Paese (Governo PROVVISORIO Badoglio), cacciando lo straniero coi loro possenti armamenti via via che avanzavano, non certo coi fuciletti, spesso da caccia, che usavano i partigiani, INSTAURANDO IN ITALIA LA DEMOCRAZIA. Di partigiani, poi se ne annoveravano di tutti i colori e partiti: DC, PSI, REPUBBLICANI, LIBERALI ECC. ECC…; LA BARBARA UCCISIONE DI MUSSOLINI, DELLA PETACCI E DEI SUOI SEGUACI POI FU L’INIZIO E LA CONCLUSIONE DI UNA “FESTA”, CHE ANCORA OGGI MOLTI NON DEFINISCONO TALE E SE NE DISSOCIANO. Infatti, molti sanno che dopo la liberazione del 25 APRILE 1945 nel  Nord Italia, in partricolare in Emilia Romagna, per circa 5 anni le atroci vendette antifasciste continuarono a tutto spiano, una guerra civile vera e propria con famiglie intere di vecchi gerarchi del ventennio trucidate, donne e bambini compresi (e anche qui Gianpaolo Pansa ha scritto pagine-testimonianze raccapriccianti ne’ “Il sangue dei vinti” proprio contro quei partigiani rossi che volevano trascinare l’intero Paese in una guerra civile allargata…). Non ci riuscirono. E poi, in Un’Italia da ricostruire, nacquero la Nato (1949) di cui facciamo parte, la gladio ROSSA (legata all’ex URSS) e quella BIANCA (Nato), formazioni segrete per eventuali invasioni della Russia (che alcuni paventavano). La Gladio Bianca era legittimata dalla nostra appartenenza, quella Rossa no e si poteva considerare eversiva); poi c’era l’altro mondo dei Paesi dell’Est con la cortina di ferro che facevano parte del patto di Varsavia, ex URSS in primis. La storia spesso non è quella che ci raccontano i libri che ci fanno studiare a scuola e la liberazione, così come la intende l’Anpi e le sinistre storiche, non è proprio da considerarsi una festa ma un avvenimento con luci e tante ombre, specialmente quelle legate alla lotta partigiana.

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