Salvino Cavallaro – L’ho incontrato in uno dei tanti mercati rionali di Torino, che solitamente pullulano di politici soprattutto nelle settimane antecedenti le elezioni. Ciascuno col suo volantino da regalarti nella speranza di ricevere voti, ciascuno con la gentilezza di chi fa finta di venire incontro ai tuoi problemi legati alla nostra società, ma poi spariscono e non li vedi più. Una consuetudine di rapporti d’interesse politico che si manifesta nel cuore dei mercati, tra le bancarelle di frutta e verdura, dove la gente comune in genere cerca di portare al desco quotidiano qualcosa che sia di buona qualità ma soprattutto di ottimo prezzo. Ma lui, Sergio Chiamparino, ha sempre avuto un modo diverso di approcciarsi alla gente, qualcosa che è simile a un sentire che va oltre il mero interesse egoistico di ricevere il voto, che per lui si riassume in un ascoltarti senza fretta, con pazienza, a stringerti la mano e dare una risposta a tutte le tue domande. Lo dico perché il mio incontro con lui, (da poco ex) presidente della Regione Piemonte, è stato come due vecchi amici che si rivedono dopo tanti anni. Stessa è l’affabilità, stesso il sentire, stesso il modo di farsi ritrarre da una foto voluta dal sottoscritto, per conservare il ricordo di un momento fuggente ma proficuo nella sua essenzialità umana. Ecco, la semplicità di un politico che per anni ha rappresentato gli alti vertici istituzionali di Torino e del Piemonte, amministrandoli prima da Sindaco e poi da Presidente della Regione. Una carriera da perfetto amministratore piemontese che Sergio Chiamparino ha cominciato a marzo del 2001, quando è stato chiamato dal suo partito a sostituire il candidato sindaco del centro – sinistra Domenico Carpanini, morto improvvisamente per un’emorragia cerebrale, proprio mentre era impegnato in un dibattito elettorale. Nel 2006 é riconfermato sindaco di Torino, vincendo nettamente al primo turno con il 66,6% dei voti e sconfiggendo l’ex ministro Rocco Buttiglione, che si presentava per il centro destra. L’amministrazione comunale di Sergio Chiamparino è nel tempo molto proficua per la città di Torino, sotto l’aspetto culturale, sociale ed economico. Ma l’apice del suo periodo da ottimo sindaco di Torino è caratterizzato dalla preparazione e gestione dei XX Giochi Olimpici Invernali e delle relative opere che hanno riscosso grande popolarità. E non è un caso che la Città Sabauda proprio in quell’anno ha ingranato la marcia, promuovendo ad alti livelli la propria immagine nel mondo. S’infoltisce il turismo che per tanti anni è stato considerato di Serie B per la città piemontese, ma soprattutto s’incrementa la conoscenza storico culturale di una Torino, prima capitale d’Italia, che aveva bisogno di essere giustamente valorizzata. E poi la viabilità, i verdi giardini molto curati, le strade ammodernate nei particolari e adatte a ospitare al meglio l’afflusso dei turisti. Nel 2007 Sergio Chiamparino è nominato responsabile nazionale per le riforme nella segreteria del segretario Walter Veltroni, ed è nominato Ministro per le Riforme per il Federalismo nel Governo Ombra del Partito Democratico.
Candidato con il PD alle Regionali del Piemonte, viene eletto Presidente della Regione Piemonte nel maggio 2014. Poi, nel corrente anno 2019, si ricandida per un secondo mandato alle elezioni regionali, ma è sconfitto con un ampio margine dal candidato di centro – destra Alberto Cirio. “Ho 71 anni, era la mia ultima battaglia e l’ho persa” così commenta amaramente Sergio Chiamparino che si complimenta con l’avversario ma dice: “Sicuramente la nuova giunta sarà a trazione leghista e mi sento di dire che con la vittoria di Cirio prevarranno i ponti sui muri”. Spiace questa sconfitta assorbita con dignità da Chiamparino, che trasmette ai suoi elettori probabilmente l’amarezza del tempo che passa inesorabile ma che non cambia il valore di un politico che per etica, impegno e dedizione, ha sicuramente scritto delle pagine indelebili di corretta amministrazione del Comune di Torino e della Regione Piemonte. Questo, nessuno lo potrà disconoscere!