Appresa la notizia del decreto della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti che ha rigettato il ricorso della Procura generale che chiedeva la condanna ad una sanzione pecuniaria del sindaco, degli assessori e dei consiglieri comunali, il primo cittadino Giovanni Formica ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“ Sono rimasto in religioso silenzio quando la Procura della Corte dei Conti ha chiesto nei confronti di Amministrazione e Consiglio Comunale l’applicazione di sanzioni per quasi 90 mila euro. L’ho fatto convinto della profonda ingiustizia di quella richiesta. Oggi che la sentenza della Corte chiarisce la bontà della nostra condotta, posso finalmente intervenire anche in risposta alle volgarità di tanti squallidi personaggi che avevano tifato, da buoni ignoranti, per la condanna degli amministratori.
Il Giudice ha chiarito, senza possibilità di dubbio, che i controlli per gli anni 2016 e 2017 non potevano essere richiesti all’Ente perché in mancanza degli strumenti finanziari essi si sarebbero tradotti in un mero adempimento formale che avrebbe mortificato lo spirito della legge. E che non si siano fatti i bilanci per quegli anni è circostanza non imputabile alla mia amministrazione e neppure al Consiglio Comunale. Questa, in sintesi, la parte tecnica.
La sentenza, però – prosegue Formica – racconta anche qualcos’altro della vita del nostro ente ed in particolare afferma che la mia amministrazione si è trovata a gestire “un quadro desolante”; dà atto dell’inattendibilità dei dati contabili lasciati da chi mi ha preceduto e lascia intendere che la conflittualità esasperata tra Giunta e Consiglio rischia di danneggiare tutti, a cominciare dai cittadini. C’è un ulteriore elemento che mi preme sottolineare e lo voglio riportare testualmente perché rappresenta una delle cose che troppo spesso in questi anni mi sono ritrovato a dire in Consiglio Comunale. Un brano della sentenza è illuminante e deve essere di insegnamento per tutti; ricorda il Giudice che “Quando un soggetto assume un incarico, ancorché elettivo, si assume le responsabilità ad esso riconnesse dalla legge. In particolare, per svolgere al meglio e nell’interesse pubblico l’incarico, chi lo assume, oltre al diritto di avere informazioni e notizie (che nel Tuel si evince anche dalla tipologia di accesso generalizzato prevista per i consiglieri dall’art. 43, comma 2), ha il dovere di informarsi.”.