Como, custodia cautelare di 43enne accusato dell’omicidio del fratello


Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Menaggio hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Como, nei confronti di un 43enne italiano per l’omicidio aggravato del fratello.

L’operazione, convenzionalmente denominata “Nigolo”, è il frutto di un’attività di indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore Dott. Antonio Nalesso e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia di Menaggio, che ha avuto inizio nel mese di marzo 2019.

Il 1° marzo u.s., in una casa privata in Sorico (CO), è stato rinvenuto il corpo oramai senza vita di Arno Sandrini, paziente psichiatrico che, anche a causa di pregresse precarie condizioni di salute, non evidenziava palesemente la presenza di lesioni esterne determinanti morte ad opera terzi.

Nel corso dei mesi, le prolungate ed incessanti investigazioni –comprensive dell’analisi di svariate decine di telecamere di videosorveglianza e attività tecnica captativa– hanno, invece, permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti del fratello convivente della vittima e di accertare che lo stesso indagato, al culmine di uno scatto d’ira e avvalendosi di un’arma da taglio, si macchiasse di fratricidio. L’evento, inoltre, si è appurato essere stato particolarmente cruento, non avendo avuto scrupoli, l’indagato, a percuotere violentemente e ripetutamente la vittima ed infine colpirla alla gamba con una lama affilata, facendola morire agonizzante a causa dell’emorragia per la profonda ferita inferta.

L’immediata, delicata e laboriosa attività di sopralluogo, attentamente svolta con la collaborazione del Nucleo Investigativo di Como, ha consentito di repertare una moltitudine di oggetti su cui concentrare le approfondite analisi tecnico forensi, tra i quali i vestiti intrisi di sangue occultati dal fratricida, il quale, approfittando delle patologie psichiatriche del fratello e delle condizioni di degrado sociale in cui versava la vittima, in questi mesi ha cercato invano di estraniarsi rispetto all’evento delittuoso.

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto al carcere “Bassone” di Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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