I militari della Guardia di Finanza di Lecco, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Monza, hanno svolto un’articolata attività d’indagine nei confronti di diverse società di Milano, della Brianza e di Lecco che sono risultate coinvolte, a vario titolo, in una frode all’iva. Infatti, attraverso l’utilizzo di false dichiarazioni d’intento, le società cartiere, amministrate da cd. “teste di legno” e prive di una struttura organizzativa reale, acquistavano da fornitori nazionali toner e consumabili per stampanti senza l’applicazione dell’I.V.A; successivamente la merce veniva venduta ad ulteriori società cartiere, per poi arrivare ai destinatari finali attraverso l’emissione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti. Tale meccanismo permetteva alle società in argomento di rivendere cartolarmente la merce ad un prezzo inferiore o pari a quello d’acquisto, grazie al mancato versamento dell’I.V.A. mentre il destinatario finale riusciva ad acquistare la merce ad un prezzo concorrenziale rispetto al mercato regolamentare. Le successive attività di polizia giudiziaria anche di natura tecnica, hanno permesso di individuare a Seregno (MB) la base dell’associazione, ove il sodalizio criminale si riuniva per emettere fisicamente le fatture per operazioni soggettivamente false. L’esecuzione di diverse perquisizioni eseguite presso il citato locale e presso le abitazioni dei soggetti individuati, permetteva di sottoporre a sequestro cospicua documentazione contabile ed extra-contabile, token bancari, telefoni cellulari e materiale informatico. L’analisi forense dei citati supporti informatici permetteva di appurare come il sodalizio criminale svolgesse la propria attività illecita attraverso lo scambio di comunicazioni con i sistemi di messaggistica istantanea denominati Skype e Whatsapp, ove emergeva, anche dalle chat recuperate, i compiti svolti da ciascun membro dell’associazione nonché il coinvolgimento di più soggetti che nessuna relazione formale avevano con le società coinvolte. L’intera attività svolta ha permesso così di individuare un’associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante frode all’I.V.A. attraverso l’emissione di fatture soggettivamente false per oltre euro 35 milioni ed alla denuncia di 18 soggetti a vario titolo coinvolti per i reati di cui agli artt. 3, 5, 8 e 10 del D. Lgs. 74/2000, 648bis C.P. e 216 Legge Fallimentare, di cui nr. 7 anche per l’art. 416 C.P. Inoltre veniva avanzata proposta all’A.G. dell’applicazione della misura cautelare reale di cui all’art. 12 bis del D. Lgs. 74/2000 per euro 10.849.944. L’articolata attività di polizia economico–finanziaria, condotta in aderenza agli obiettivi strategici assegnati al Corpo, sottolinea ancora una volta come la Guardia di Finanza sia oggi “riferimento primario a garanzia dell’interesse pubblico, del cittadino e delle imprese sane” e svolga un ruolo primario nell’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati.
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