Addio amico tram arancione


Tutto ciò che saluto con un addio mi infonde sempre un po’ di malinconia. Sarà per il tempo che passa via velocemente o la riflessione che nulla è per sempre, fatto è che quando ci si saluta per l’ultima volta resta sempre quella punta di amarezza che ti fa pensare ai vari cicli della vita che finiscono per ricominciarne altri. Così per le generazioni umane, così per tutte le cose che ti hanno accompagnato per lunghi anni della tua vita, c’è sempre il ricordo di come eravamo. In questi giorni Torino sta dando l’addio ai vecchi cari tram arancioni. Un’ultima fermata dopo tanti chilometri percorsi nelle rotaie poste tra le strade, le vie, le piazze, i lunghi corsi della città sabauda. Un romantico viaggio che fin dagli anni 1931 hanno servito un nutrito bacino d’utenza che si recava al lavoro, a scuola, in momenti che s’intersecavano tra fretta e ansie d’arrivare alla destinazione e sguardi che oltre il finestrino moltiplicavano i pensieri quotidiani. I sedili di legno e il tranviere chiuso nel suo angusto spazio a manovrare le sue antiche manovelle di guida, poneva il suo occhio attento tra il traffico che non dà mai la possibilità di rilassarsi un attimo. E poi quel pedale schiacciato all’occorrenza, che emetteva un suono metallico di avvertimento al pericolo dell’arrivo del tram. Storie d’altri tempi, momenti romantici che sono stati sostituiti in larga parte dalla metro, splendido ritrovato tecnologico che ti fa attraversare la città in breve tempo, portandoti direttamente al luogo di destinazione, ma che toglie definitivamente quel gusto unico del viaggio un po’ romantico. 70 nuovi tram progettati da Giugiaro e costruiti da Hitachi Rail sostituiranno i tram arancioni di Torino. La sindaca Appendino aveva annunciato la scorsa primavera che questa sostituzione era inevitabile per il progressivo pensionamento degli storici veicoli in ferro. Cambiano dunque i colori nella storica città di Torino, culla di cultura che trasuda tra gli antichi palazzi, gli angoli nascosti e in altri ben evidenti che testimoniano la bellezza sabauda posta tra le rive del Po e il verde della collina. Addio dunque ai 37 tram arancioni più cinque colorati di verde che sono tutti in servizio prevalentemente per la linea 16, 3, 9, 13 e 15. Sono i vecchi tram della serie 2800 che dispongono di una targa in testa e in coda che vanno dal 2800 al 2857. Erano il simbolo di Torino, tanto è vero che erano riprodotti sui gadget e i vari simboli della città piemontese. Così come la Mole Antonelliana, Superga, il Valentino, Palazzo Reale, Palazzo Madama e tanto altro ancora. I tram in ferro arancione ci hanno raccontato un pezzo di storia di Torino, dal fascismo agli anni di piombo, dal periodo del boom dell’industrializzazione, al declino della Fiat, colosso portante dell’economia e dell’indotto del settore automobilistico torinese. Uno spaccato di storia che fa pensare come spesso ci si rifugi alla memoria del passato, quando la vita moderna ci insegni sempre più insistentemente a porre lo sguardo verso il futuro.

Salvino Cavallaro

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