“Amala pazza Inter, amala. E’ una gioia infinita che dura una vita. Pazza Inter, amala”. Sono alcuni versi dell’inno ufficiale dell’Inter. Ma fra l’Inter e il Toro visto in campo a San Siro, oggi è stato il Toro ad essere pazzo. Sì, perché non si può essere in vantaggio di due gol al 64° e poi perdere la partita lasciando il campo con 4 reti sul groppone. Infatti, ai gol di Zaza e Ansaldi, l’Inter che per 64 minuti è stata inesistente ha risposto con Sanchez, la doppietta di Lukaku e il gol al 90° di Lautaro Martinez. Questo è uno di quei casi in cui nel calcio si è portati a dare giudizi di parte. Noi, sforzandoci di fare un’analisi il più possibile concreta in base a ciò che si è visto in campo, diciamo che se è vero che il Toro ha imposto il suo gioco per 64 minuti, è altresì vero che è stato agevolato da un’Inter che ci ha scioccato per inadeguatezza di gioco e abulia di movimenti. In buona sostanza la squadra di Conte ha messo in mostra tutta la sua incapacità di gestire la fase di gioco di non possesso palla. Abile in qualche modo quando ha la palla tra i piedi, anche se ai due attaccanti arrivano difficilmente palloni giocabili, l’Inter si perde quando l’avversario (anche se mediocre tecnicamente come il Toro) agisce nelle ripartenze. Questo vuol dire che c’è un serio problema a centrocampo dove Vidal sembra irriconoscibile, Gagliardini arretrato davanti alla difesa rispetto al solito non dà garanzie e Hakimi e Young barcollano nel vuoto. Anche Barella che in genere è quello che dà maggiore vitalità al centrocampo come ruba palloni, in questa circostanza è apparso stanco e forse meno indicato nello scimmiottare il ruolo di trequartista che secondo noi non gli si addice. Per il resto la difesa ha mostrato pericolose falle con D’Ambrosio, Ranocchia e Bastoni non all’altezza della situazione. Le squadre si sono disposte a specchio con il 3-5-2 voluto dai due allenatori (Giampaolo non era ancora in panchina per positività al Covid) e fin da subito hanno dato segni di volersi studiare prima ancora di osare. Il Toro ad avvio di match ha subito capito che poteva affondare i suoi colpi perché l’avversario sembrava non essere sceso in campo. Così in una delle tante ripartenze il Toro ha segnato prima con Zaza e poi al 64° con Ansaldi su calcio di rigore. Poi il buio totale per i granata che hanno smesso di giocare dando campo a un’Inter che se non fosse stata agevolata dall’arrendevole atteggiamento del Toro, oggi saremmo qui a parlare della sua crisi e di un Conte che sembra essere sulla graticola perché non riesce a dare alla sua squadra un gioco meritevole dei suoi tanti soldi spesi per fare contento il suo allenatore, il quale tra tutti i suoi giocatori continua a non valorizzare un patrimonio come Eriksen. Dunque, se la vittoria ha in questo caso nascosto in qualche modo i problemi dell’Inter che continua a basarsi sulle impennate personali di Lukaku e Lautaro Martinez, ma non dà spazio a un gioco di squadra che continuiamo a non vedere. Per quanto riguarda invece il Toro, diciamo che la costruzione di questa squadra è ancora troppo lontana. Il cantiere di lavoro cui fa capo Giampaolo è solo agli inizi, ma bisogna fare in fretta perché nel guardare la classifica granata, appaiono certi scheletri che fanno pensare alla retrocessione. E poi questa squadra, che a parer nostro è più un ideale romantico piuttosto che una compagine di calcio, deve avere un amministratore di campo che non possiede nella sua regia, assieme a un attaccante di valore che possa aiutare il Gallo Belotti, il quale in questa circostanza è stato in panchina. Dunque, se l’Inter è pazza, il Toro cos’è?
Salvino Cavallaro