Rubrica “Incontri” a cura del Giornalista
Salvino Cavallaro
Certo, scrivere e parlare di Hashtag 70anni fa sarebbe stato come essere considerato matto. Oggi, con l’impazzare dei social network e del web, consideriamo questo termine come un aggregatore tematico. Infatti, la sua funzione è di rendere più facile per gli utenti trovare messaggi su un tema o contenuti specifici. Il termine Hashtag può anche fare riferimento al simbolo cancelletto davanti a una parola o una frase del testo principale di un messaggio. Ed è quello che voglio fare oggi, cari amici che mi seguite con affetto nel giorno del mio compleanno: il settantesimo. #Settantavoltesettedicembre, sì, l’ho voluto intitolare proprio così questo messaggio dal sapore agrodolce che si identifica tra romanticismo e pensieri reali dovuti al tempo che è volato via velocemente. Un percorso di vita, il mio, che è comune a tanti e sa di normalità nei suoi risvolti in cui si evidenzia la medaglia della vita con l’essenza dei momenti difficili in cui ho ricevuto tante porte sbattute in faccia e quelli più belli che hanno dato il senso profondo sull’immenso valore del vivere, attraverso il significato della famiglia e degli affetti più cari. Oggi, se mi giro indietro, vedo tante cose belle che ho fatto e altre che non rifarei, anche se mi hanno dato modo di crescere, di maturare, di conoscere meglio il mondo e l’essere umano che ruota quotidianamente attorno a me. Ecco, direi proprio che questo per me è il significato profondo di #Settantavoltesettedicembre, dove il mio segno zodiacale che è il Sagittario, parla di me come segno di fuoco pieno di calore umano e passione. Il Sagittario, così si legge, sta all’orizzonte della vita e sbircia più in là, tra i primi fiocchi di neve e i primi venti gelidi dell’inverno. Onestamente, non so se rivedermi in questo profilo zodiacale, tuttavia, per quanto io mi conosca, posso dire di ritenermi un inguaribile romantico ancorato ai valori della vita. Più d’una volta torno indietro sul mio passato, alle mie incancellabili radici, a quella casa di Milazzo (Me) posta nel borgo marinaro di Vaccarella in cui mia madre Angelina mi partorì e dove il mare che ha assorbito i miei primi vagiti, ancora oggi mi accompagna nelle mie riflessioni come fosse un amico cui potermi affidare, fidare in un rapporto capace di scandagliare armonicamente melodie che mi appartengono e mi portano a un romanticismo dolce e talora struggente. Ma sono così, è la mia natura, è il mio modo di essere equilibrato ed esagerato allo stesso tempo. Per mia natura non amo le autocelebrazioni, ma oggi, 7 Dicembre 2020, sulla torta beneaugurante e al brindisi con i calici posti in alto verso il cielo, rivedo lo scorrere di quelle 70 volte che hanno parlato di me e della mia vita. Tutto questo voglio dedicarlo a voi, condividerlo con tutti voi che mi volete bene con i fatti. E non a parole.
Con affetto
Salvino Cavallaro