Nella mattinata odierna, Ufficiali di P.G. del Gruppo della Guardia di Finanza
di Parma hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare agli arresti
domiciliari, emessa dal Tribunale di Parma, nei confronti di una persona
indagata per i reati di peculato, malversazione ai danni dello Stato,
turbativa d’asta, falso e omessa dichiarazione ai fini IRES e IRAP,
commessi nel settore dei servizi di accoglienza di cittadini stranieri
richiedenti protezione internazionale. Nel medesimo provvedimento è stato
disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per
equivalente, di liquidità, beni mobili ed immobili, fino alla concorrenza
dell’importo di quasi 1.400.000 euro.
Il provvedimento cautelare, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Parma – dott. Mattia Fiorentini – su richiesta della Procura della
Repubblica, ha colpito S.S., quale legale rappresentante della Svoltare Onlus,
associazione che aveva ottenuto dalla Prefettura di Parma, attraverso false
autodichiarazioni, la gestione del servizio di accoglienza richiedenti asilo fin dal
luglio del 2015, anno della sua costituzione, nonché, dal Comune di Parma, la
gestione di interventi destinati a favore di persone adulte senza dimora in
condizione di grave emarginazione.
Le indagini, avviate nel settembre 2018, scaturiscono da un controllo fiscale
svolto nei confronti della Svoltare Onlus, nel corso della quale S.S. esibiva
alle Fiamme Gialle una determina dirigenziale della Regione Emilia Romagna
ideologicamente falsa. Il documento falso era stato formato allo scopo di
occultare ai verificatori il fatto che l’ente non possedeva il requisito di iscrizione
al registro regionale delle associazioni di volontariato, titolo essenziale per
poter usufruire dei benefici fiscali delle onlus e per poter contrattare con la
pubblica amministrazione.
Pertanto, parallelamente all’attività ispettiva tributaria, veniva avviata una
indagine di polizia giudiziaria, coordinata e diretta della Procura della
Repubblica di Parma (Sost. Proc. dott. Andrea Bianchi), sviluppata mediante
analisi dei flussi finanziari, perquisizioni domiciliari, assunzione di sommarie
informazioni testimoniali e riscontri contabili e documentali. L’attività di polizia
economico-finanziaria, condotta con un approccio trasversale e
multidisciplinare, ha fatto emergere l’utilizzo di false attestazioni per la
partecipazione ai bandi della Prefettura e del Comune di Parma, l’indebita
appropriazione di parte dei circa 16 milioni di euro di fondi pubblici così
ottenuti, nonché l’omessa presentazione delle dichiarazioni IRES ed IRAP del
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2016, 2017 e 2018. Inoltre, è stata contestato il reato di peculato in quanto
S.S., amministratore di sostegno nominato dal Tribunale (e quindi pubblico
ufficiale), si è appropriato di consistenti somme di denaro dei soggetti
amministrati.
In particolare, nei primi anni di vita dell’associazione, è emerso che S.S, in
qualità di amministratore di sostegno di oltre trenta persone, senza alcuna
autorizzazione del Giudice tutelare, aveva prelevato dai conti correnti intestati
a diversi di loro (di cui aveva la disponibilità in virtù del pubblico ufficio
ricoperto) somme per quasi 80.000 euro, indebitamente confluite nella casse
di Svoltare Onlus o, comunque, utilizzate per sostenere spese riferibili
all’associazione, con finalità che nulla avevano a che vedere con le necessità
degli (ignari) amministrati
Dopo questa prima fase, in cui S.S. ha finanziato l’associazione utilizzando
indebitamente i denari delle persone da lui amministrate, Svoltare Onlus, negli
anni successivi, ha potuto contare sugli ingentissimi introiti derivanti dallo
svolgimento del servizio di accoglienza dei migranti e di sostegno a soggetti
emarginati, in virtù delle illegittime assegnazioni ottenute sia dalla Prefettura
che dal Comune di Parma. Tuttavia, come emerso dagli accertamenti bancari
e contabili, i fondi pubblici elargiti venivano in parte utilizzati/distratti da S.S.
per compiere spese estranee alle finalità del servizio per il quale erano stati
erogati.
In particolare, sono risultate addebitate all’associazione:
• spese personali dei soci (lauti pranzi con pregiati vini francesi, prolungati
viaggi all’estero, acquisti di costosi capi d’abbigliamento e di smartphone di
ultima generazione, trattamenti di bellezza, pagamento utenze domestiche
personali e di spese condominiali), titolari di carte prepagate accese sui conti
correnti di Svoltare o beneficiari di rimborsi o di pagamenti eseguiti
direttamente dall’ente;
• veri e propri trattamenti stipendiali riconosciuti ai soci, destinatari di accrediti
falsamente giustificati come “restituzione di prestiti infruttiferi”, nonostante
tali prestiti, per la maggior parte dei casi, non siano mai stati effettuati;
• il ripianamento di debiti personali di S.S., dissimulando le uscite attraverso
l’annotazione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti all’uopo
emesse dal creditore;
• negli anni successivi al 2015, pagamenti di varia natura in favore dei soggetti
amministrati da S.S. ai quali, in tal modo, venivano “restituite”, con fondi
pubblici, parte delle risorse loro sottratte durante il primo anno di attività
dell’associazione.
Tali condotte, puntualmente ricostruite dagli inquirenti, sono state quantificate
in un ammontare complessivo di oltre 240.000 euro.
Gli esiti complessivi degli accertamenti hanno consentito di disconoscere la
natura giuridica di associazione della Svoltare onlus, la quale è invece da
ricondursi ad una vera e propria impresa individuale, gestita secondo criteri di
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redditività propri di quest’ultima. Nel primo periodo di operatività,
l’associazione, agendo con finalità lucrativa, ha sovente sub-appaltato il
servizio di cui era assegnataria ad altra associazione locale, che le fatturava
l’importo delle prestazioni ad un costo minore di quello pattuito dalla Svoltare
stessa e la Prefettura.
L’associazione, nel corso degli anni, ha compiuto significativi investimenti, di
carattere speculativo, sul mercato dei titoli mobiliari ed ha acquistato immobili
di rilevante valore. Svoltare, che ha potuto contare su un numero di dipendenti
addirittura superiore a quello dei volontari, ha anche garantito la
corresponsione di cospicui benefit aziendali ad alcuni “soci volontari”, tali da
conferire loro, di fatto lo status di quadri aziendali.
L’amministrazione della struttura era condotta dal solo S.S. che si comportava
come un amministratore delegato monocratico confondendo, peraltro, i conti
correnti dell’associazione con quelli personali.
Pertanto l’ente operava come una vera e propria impresa commerciale
distribuendo parte dei proventi dell’attività ai propri associati. Tale modalità di
gestione, in violazione delle regole che disciplinano il terzo settore, ha generato
il disconoscimento della qualifica di ente non commerciale ed i relativi benefici
fiscali previsti per gli enti no profit, con la conseguente riqualificazione dello
stesso ad ente commerciale (ai sensi art. 73 e ss. DPR 917/86). Le attività di
verifica hanno pertanto consentito di constatare un’evasione fiscale, ai fini
IRES ed IRAP, per oltre 1.150.000 euro.
Il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, fino alla
concorrenza dell’importo di circa 1.400.000 euro, riguarda il blocco della
liquidità presente sui rapporti finanziari dell’associazione (ora Cooperativa
sociale Svoltare) ed inoltre n. otto immobili e n. nove autoveicoli.
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L’attività portata a termine testimonia ancora una volta la costante
attenzione che l’Autorità Giudiziaria e la Guardia di Finanza pongono nel
contrasto ai fenomeni di truffa e frode in danno dell’Erario, attenzione che
si risolve contestualmente nella tutela di tutti quegli operatori che invece,
operando con correttezza e rispetto delle regole, contribuiscono al
lineare svolgimento di un servizio (quale quello dell’accoglienza dei
cittadini stranieri) che, per un verso, si presenta essenziale per le
dinamiche sociali odierne ma che, per altro verso, è fortemente esposto
al rischio di speculazioni e di collusioni, sempre immanenti allorquando
vi è impiego di risorse pubbliche.
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