ERA PREVEDIBILE: LA DIDATTICA A DISTANZA INCENTIVA DI MOLTO GLI ABBANDONI SCOLASTICI. IL PROBLEMA ESISTEVA ANCHE PRIMA MA COL CORONAVIRUS E’ ESPLOSO ABBONDANTEMENTE, SOPRATTUTTO AL SUD


— La Dad? Un cancro sociale. — 

 

La ministra Pi Azzolina

 

  • Giuseppe Stella–

Era prevedibile, il nostro giornale lo aveva scritto da tempo e aveva avvisato anche il Governo con articoli diversi. Nessuno però ha pensato a queste cose e a proporre soluzioni praticabili come il tempo pieno (mattino e pomeriggio). Chi scrive, però, nutriva dubbi sull’efficacia delle misure di Conte della ministra Azzolina e dei suoi numerosissimi esperti. E la scuola è cosa seria: i ragazzi stanno perdendo quasi due anni, anche perché al computer dovrebbero passare circa 6 ore senza capire granchè e dovrebbero avere accanto un tutor che decifrasse le lezioni dei docenti e le trasferisse loro in forma intelligibile. Il sistema non funziona. Inoltre, molti ragazzi non hanno strumenti informatici validi e magari genitori che hanno altro da fare (lavoro o poco tempo disponibile) e non possono (o non “vogliono” aiutarli). Poi, dovrebbero stare 6 ore davanti al Pc coi loro figli (ma come si può pretendere tutto questo?). E’ pura violenza sui minori e sui più grandi e violazione dei loro diritti; inoltre, sobbarcarsi anche di una marea di compiti da svolgere non compresi (spesso difficili per i quali i genitori non sono in grado di aiutarli). Una situazione tragica, a fronte del fatto che anche se non vanno a scuola si possono ugualmente infettare fuori o a casa stessa.

La Dad, come la digitalizzazione imposta da questo Governo a tutti non va bene. Pensionati (che sono tantissimi) e “puer”, fanciulli, non ci stanno, anche perché la tecnocrazia uccide la democrazia ed è l’anticamera della dittatura “meccanizzata” e affidata alle varie tecnologie elettroniche, che spesso vanno in tilt per saturazione.

Cosa fare allora? Intanto vaccinare tutti i docenti, obbligandoli a farlo perché a contatto con minori, poi fare entrare in classe i ragazzi a giorni alterni, metà per volta per limitare i danni al minimo.

Altra riforma che personalmente avrei fatto: la scuola dell’obbligo è fino a 16 anni? Ebbene, si dovrebbe frequentare la media attuale per 5 anni: alle superiori resterebbero i restanti tre anni.

Negli ultimi 2 anni della media, cioè la quarta e la quinta, dovrebbero fare molte materie inerenti l’orientamento scolastico (una disciplina apposita che è molto importante), un po’ di diritto, ed esperienze teorico-pratiche scuola-lavoro. Sinora i vari ministri non hanno pensato a questa riforma, proprio perché l’Ue taccagna non voleva che si sforassero i bilanci. Ora che i soldi sono stati impegnati la ministra in carica li ha spesi per i banchi. Era l’ultima cosa che doveva fare. Prima veniva la riforma, anche delle metodologie e della semplificazione dei libri che si appalesano sempre più come testi indecifrabili e non all’altezza della massa studentesca della cosiddetta scuola dell’obbligo. A proposito: i libri a scuola ora li pagano i genitori (almeno in Sicilia). Su 250 euro annui spesi ricevono solo un tiket di soli 40 euro. A parte le spese per quaderni, attrezzature di disegno tecnico e artistico e simili cose.

Ecco un’altra causa che incentiva ancor più gli abbandoni. E così  anche il diritto allo studio non è più garantito e passa al terzo o quarto posto. Come la mettiamo? E’ questo il Governo del “cambiamento” a parole?

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