Per l’America del neo-Presidente Joe BIDEN, il nostro Paese dovrà rivedere profondamente i rapporti con Pechino (e Mosca) perché la strada imboccata della “via della seta” con la Cina ha suscitato apprensione nei nostri alleati naturali che sono gli Usa e tutti i Paesi dell’Alleanza Atlantica


 — A cura di Giuseppe Stella —    Agim  —

 

L’America è sempre l’America e il neo Presidente Usa Joe Biden lo fa capire a chiare lettere alla conferenza di Monaco dei leader del G7.

Il suo messaggio è forte e chiaro: bisogna che gli alleati ricomincino a lavorare insieme su ogni fronte a partire dalla lotta alla pandemia, al problema del clima e dell’ecosistema  per finire con l’Iran e con tutti i dossier internazionali sul tappeto con un rinnovato impegno degli Usa a sostegno della Nato e dell’Alleanza Atlantica.

Il Presidente Usa mette soprattutto in guardia l’Ue e l’Italia, in particolare, sui rapporti con la Russia e con la Cina e sui rischi reali di un’escalation di una rinnovata “guerra fredda”, il tutto se ognuno volesse andare per conto proprio e tessere alleanze innaturali e anti-storiche con quei due Paesi. Questo perché “la nostra democrazia è sotto attacco sia nel vecchio continente che negli stessi Statti Uniti d’America”.

Biden è convinto che negli ultimi anni gli Europei abbiano “amoreggiato” sin troppo (il riferimento maggiore è all’Italia ove ci sono sacche governative e grilline di filocinesi) con  Mosca e Pechino con la scusa del 5G e della nuova “Via della Seta”, voluta fortemente da Di Maio ministro degli Esteri che avrebbe esaudito i “desiderata” di Grillo. Il Di Maio si è persino vantato di essere stato il primo ad avere fatto quell’accordo coi cinesi, aprendo la strada ad altri Paesi Ue, compresa Germania e Francia che si sono accodate ma con meno entusiasmo.

A parte la dipendenza energetica con la Russia e il suo gas. “Ma bisogna respingere – ha ammonito Biden – in tutti i modi gli abusi economici perpetrati dalla Cina”, affermando anche che la competizione con quei Paesi sarà lunga e dura”. “Questo perché – ha continuato il Presidente Usa – Pechino viola di continuo le norme di tutti, danneggiando le fondamentali regole economiche internazionali e democratiche che devono valere per ognuno allo stesso identico modo”.

Poi, la Russia di Putin rappresenta, a detta di Biden, “una reale minaccia per le nostre democrazie perché Mosca ha tentato, e lo fa ancora, di alterare lo svolgimento delle libere elezioni, sia in America che in Europa, con sottili, ma anche palesi, interferenze antidemocratiche da noi e in Ue. Inoltre, attenta al progetto di unificazione democratico Europeo e alla stessa esistenza e vita della Nato, questo perché il Patto di Varsavia è crollato miseramente con la caduta del Muro del 1989. Il tutto a scapito dell’Unità dell’Alleanza Atlantica ed usare la prepotenza intimidatoria nei riguardi dei singoli Paesi”. Qualche esempio? L’annessione della Crimea e la vicenda Ucraina che sono sotto gli occhi di tutti.

 

Intanto, Washington ha aperto all’Iran sul nucleare con l’invito dell’Ue all’America e con riferimento all’intesa del 2015 per trattare sull’argomento e trovare soluzioni. Ma Biden in proposito ha ammonito su eventuali intendimenti destabilizzanti iraniani e sulla garanzia d’accesso degli ispettori dell’Aiea ai siti nucleari di quel Paese.

Interventi a tutto campo di Biden sono registrati sullo scacchiere internazionale per la salvaguardia della sicurezza Americana e mondiale: questo perché gli equilibri del pianeta vanno tutelati e salvaguardati da novelli, o vecchi, aspiranti soggetti che amano autoritarismi e regimi dittatoriali (i richiami della foresta) che contrastino e minino le democrazie dei Paesi occidentali sotto l’egida dell’Alleanza Atlantica.

Il Presidente Usa Joe Biden ha parlato anche di multilateralismo, controllo degli armamenti (ripresa) e di difesa degli interessi Usa. A tal proposito ha avviato consultazioni con i più stretti alleati ma, purtroppo, non ha incluso l’Italia.

In politica estera il Presidente degli Stati Uniti ha citato 8 Paesi alleati: Canada, Regno Unito, Messico, Francia, Germania Corea del Sud, Australia e Giappone; Italia e Ue no. l’Italia, si desume da quanto dichiarato, dovrà dare prove concrete della sua credibilità internazionale e questo lo potrà fare se saranno allentati, e di molto, i rapporti stretti che ha intessuto con la Cina e col 5G durante il governo Conte 2; tutto questo interpretando bene i segnali politici dell’America di oggi e della nuova amministrazione. E forse in questo il nuovo Premier Draghi potrà dare garanzie maggiori del precedente governo a forte influenza grillina.

La linea di fondo Americana è il contrasto, come detto, ai rivali di sempre: Cina e Russia. Paesi che osteggiano, e non da ora, ogni anelito di libertà dei loro popoli e i relativi diritti umani e sociali preclusi per mero dispotismo connaturato a quelle culture ataviche che si differenziano grandemente dalle nostre.

l’Italia inoltre “dovrà chiarire al più presto la sua posizione nei riguardi della CINA e della RUSSIA” compromessa da un grillismo rampante e smodato (interessato?) poiché con Pechino in particolare si è esposta moltissimo e in modo biasimevole in un passato alquanto recente di cui tutti sanno”.

“Pericolosa è anche la corsa agli armamenti sovietici degli ultimi anni che si stanno ammodernando con tecnologie all’avanguardia”. La posizione geografica italiana nel Mediterraneo che fa gola, e non da ora, a quel Paese (anche nel corso della prima guerra fredda quando si sfiorò persino un conflitto quasi… atomico tra Nato Onu ed ex Urss). E per questo il ministro degli Esteri dovrebbe essere figura di massima credibilità e capacità in grado di giostrare al meglio la situazione dei rapporti diplomatici per noi, e non solo, tanto delicata per il presente e il prossimo futuro. L’Italia per tali ragioni deve agire al meglio delle sue possibilità in campo internazionale. Basta per tutto questo la garanzia di Draghi premier, di Mattarella e dell’Ue o sono forse necessari adeguamenti in seno al governo italiano in fase di costituzione? Vedremo cosa succederà con la piena operatività del nuovo governo voluto da Mattarella e Unione Europea, ma anche dagli Usa e di tutti i nostri alleati.

 

 

 

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