In tutto questo gran casino di morti senza dignità, di ricoverati in terapia intensiva, di giornate che passano lente nella speranza di un vaccino che ti renda davvero immune e non ti conduca all’altro mondo, ci sono momenti in cui la gente non ne può più; é sfinita. Altro che resilienza, le forze sono terminate e il continuo parlare, urlare, cambiare, partire, fermare e ripartire, ti fa pensare che resti sempre fermo, inerme, esposto a tutte le evenienze della giornata. Dopo l’introvabile mascherina salva contagio, dopo l’attesa infinita dei vaccini che la scienza offre come antidoto alla pandemia, adesso ci si è messa pure la morte dopo l’inoculazione di alcuni lotti di vaccino AstraZenica. Basta! Non se ne può più! Cambia il Governo, rimescolano le figure dei ministeri, mentre la gente muore nella disperazione e adesso viene ancora richiusa in casa per gli effetti dell’alto indice di contagio in molte Regioni d’Italia. La gente vuole sapere la verità, vuole sapere cosa succede, che cosa deve fare per continuare a vivere e salvare la pelle. Rispetti le regole ormai da più di un anno e siamo sempre punto e a capo. Regna la confusione generale e aumentano i furbetti di turno, quelli che seguono la torbida teoria di “Morte tua, vita mia”. Ma che cos’è mai questo sistema politico, culturale, sociale, proprio nel secolo in cui ci fregiamo di scoperte tecnologiche e scientifiche che pochi decenni fa sembravano appartenere solo alla fantascienza. E oggi che si cerca il salvatore, l’illuminante capace di tutelare il diritto alla salute con serie prospettive, ognuno si disperde nei meandri delle paure, delle legittime ansie, per sé, per la propria famiglia, per il futuro del mondo. Già, il futuro del mondo! Ma quale futuro, se non siamo neanche sicuri di oggi. E mentre aspetti educatamente e rispettosamente il tuo turno per vaccinarti, scopri la novità ancora oscura di un lotto di AstraZeneca che era stato inoculato a due siciliani di Siracusa e Catania che poi sono morti. Adesso inizieranno le dovute indagini legali con dieci indagati a Siracusa e una seconda inchiesta aperta a Catania. Altra attesa, altra ansia, altra incertezza che aumenta in ognuno di noi che aspetta quel salvatore che non c’è, che forse siamo proprio noi stessi che ci svegliamo al mattino e fino la sera siamo contro tutto e tutti, talmente paurosi respiriamo a fatica l’incubo di infettarci l’un l’altro. Ma che cos’è questo incubo senza fine, che cos’è? E’ la lotta contro il tempo, è quanto di più non potevamo pensare potesse succederci in questo storico tempo di infinita precarietà di tutto che, se saremo fortunati, faremo pure immensa difficoltà a raccontarlo ai nipoti che verranno.
Salvino Cavallaro