— Foto: Cristina Muzzarelli.
Rubrica “Incontri” a cura del Giornalista Salvino Cavallaro.
Papà Muzzarelli e due delle sue figlie: Laura ed Elena
E’ la grande storia del Pastificio Bolognese che da Modena ha trasportato a Torino le sue radici grazie al proseguire l’attività di papà Achille Muzzarelli, il quale ha avuto il merito lungimirante di continuare la sua antica tradizione attraverso il lavoro della sua famiglia. Un’attività nell’ambito della produzione della pasta fresca, che ha conservato la sua primordiale filosofia nel portare avanti un lavoro artigianale mai intaccato dal tentativo di industrializzare un prodotto di altissima qualità come quello creato da casa Muzzarelli. E anche oggi, a causa della pandemia, in un periodo di crisi estrema per tanti settori lavorativi, la rinomata Casa Muzzarelli si è dovuta reinventare e come sempre ha dato sfogo alla propria creatività. Così come ci spiega Cristina in questa intervista. Cristina Muzzarelli è una delle tre figlie di papà Achille sul quale si poggia la continuità di un’arte che è fantasia, amore, sacro fuoco nel lavorare per gli altri con serietà, per raccogliere consensi che appagano la fatica e la passione che sono l’emblema di un lavoro eticamente perfetto.
Pastificio Bolognese e papà Achille Muzzarelli. Un’antica tradizione di mani in pasta che oggi si è adattata a quelle che sono le esigenze moderne. Che rapporto avete con i grandi chef, i ristoranti in genere e la vostra vasta clientela?
“Di base, noi abbiamo un grande rapporto di fiducia e rispetto. Siamo riconosciuti per quello che è serietà, costanza e correttezza nel rapporto di lavoro con tutti quanti i nostri clienti, oltre che avere innato in noi, forse per il nostro sangue romagnolo, un grande entusiasmo e sicuramente parecchia simpatia. Di sicuro, quello che è bello è lo scambio costruttivo tra le persone, le relazioni tra gli chef e la gente che ama le cose buone. Loro hanno sempre portato delle grandi idee che poi abbiamo sempre cercato di realizzare per i primi piatti nel nostro pastificio.”
In tempi di lockdown e di pandemia che hanno paralizzato il mercato della ristorazione, come vi siete organizzati a gestire al meglio il vostro lavoro?
“Nel momento in cui l’80% del nostro fatturato si realizzava attraverso i ristoratori, e avendo chiuso tale mercato, abbiamo dovuto reinventarci dedicandoci a quello che è il servizio della vendita ai clienti, perché durante il lockdown tante persone non avevano la possibilità di venire in pastificio a fare la spesa, non soltanto per pigrizia ma soprattutto per paura del contagio o addirittura perché malati. Abbiamo quindi cercato di potenziare quello che era un servizio di consegna a tutte quante le persone che avevano bisogno, portando direttamente a casa delle cose buone che potessero essere utili in questo momento così difficile. L’idea ha funzionato e abbiamo ampliato la nostra gamma della gastronomia oltre a quello della pasta fresca, con la possibilità di abbinare degli antipasti, dei primi, dei dolcetti e stiamo continuando ad ampliare le nostre idee per valorizzare al meglio quello che è il servizio alla clientela cui teniamo tantissimo.”
Cristina, Laura, Elena e papà Achille Muzzarelli. Sappiamo che i vostri clienti apprezzano da tanti anni la qualità del vostro lavoro che garantisce oltre 90 tipi di pasta fresca lavorata con cura tutti i giorni. Tra tutte queste specialità qual é quella che va per la maggiore?
“Come ben sai, noi abbiamo tantissima varietà di pasta fresca e sai anche che ci divertiamo a fare cose nuove di continuo. Abbiamo fatto nascere i menù di primavera – autunno, estate – inverno, i menù per le feste, come questo splendido menù di Natale e cerchiamo comunque di fare in modo che nel piatto delle persone che vengono al pastificio ci sia sempre qualcosa di buono e di nuovo, soprattutto da mangiare. Tra quello che va di più in questo momento di Natale, ci sono gli “abitini” le “stelle ripiene di fonduta” e durante tutto l’anno molto successo ce l’hanno i nostri agnolotti che sono fatti con la carne di fassone piemontese. Ma siamo anche molto orgogliosi della ricetta del nostro “cappelletto di Modena”, perché è la ricetta della nostra bisnonna, nonna di papà Achille, che si tramanda da prima del 1940.”
Cristina, statisticamente ci sono state tante richieste per quanto riguarda la consegna a domicilio? Sappiamo che fate spedizioni di pasta fresca in tutta Italia, suggerendola addirittura come regalo di Natale. E’ stato un successo?
“Per quanto riguarda la consegna a domicilio abbiamo avuto molte richieste. E’ una cosa molto bella avere la responsabilità di essere presenti sulle tavole di tante persone nei momenti importanti come questo Natale. Io e le mie sorelle siamo estremamente felici di essere riuscite ad organizzare tutto ciò. La nostra pasta fresca può essere spedita in tutta Italia, così da festeggiare davvero una festa importante in famiglia. Avere qualcosa di particolare sulle nostre tavole in questi periodi importanti, e soprattutto difficili, è davvero una cosa che rende molta gioia.”
Per finire Cristina. Cosa si augura il Pastificio Bolognese dal punto di vista lavorativo e umano per il nuovo anno 2021?
“Mi auguro davvero che nel 2021 ci si possa ritornare ad abbracciare, a ridere, scherzare e poter fare una grande festa, così com’è stata quella dei 70anni del nostro pastificio in cui ci siamo ritrovati per assaggiare insieme molti piatti nuovi con l’ausilio di tanti chef. Tutti quanti felici, perché il nostro settore che è direttamente legato alla ristorazione, agli eventi culturali e di turismo, possa ritrovare un momento di altissimo livello e di entusiasmo. Mi auguro davvero che quello che stiamo patendo oggi sia un percorso importante per farci le ossa e potere avere nel nostro futuro un grandissimo successo, ritornando a quello che l’Italia merita di essere; e cioè un grande Paese che ha tanta voglia di stare insieme e fare festa.”
Salvino Cavallaro